Progetto Team Multidisciplinare Uro-Oncologico: SIU presente alla conferenza stampa con altre sei società scientifiche
Ogni anno in Italia si registrano in totale oltre 77mila nuovi casi di tumori urologici. La gestione dei pazienti deve sempre di più essere multidisciplinare e multiprofessionale prevedendo la collaborazione tra i diversi specialisti. Per questo, ci siamo uniti con altre sei società scientifiche - AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica), AIRB (Associazione Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana Radioterapia ed Oncologia Clinica oncologica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri), SIU (Società Italiana di Urologia) e SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica) - per stabilire come deve essere costruita e come deve funzionare la “squadra” che assiste un malato. Il progetto si chiama TMD (Team Multidisciplinare Uro-Oncologico) e nella conferenza stampa di martedì 9 febbraio si sono presentati i risultati prodotti da cinque anni di lavoro.
Con le altre società scientifiche abbiamo consegnato a AGENAS, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni e Istituto Superiore di Sanità i documenti tecnico-scientifici che illustrano gli standard e i requisiti minimi che devono avere i Team Multidisciplinari. Per i vari sottotipi di patologia sono poi stabiliti le figure professionali che devono lavorare all’interno di queste squadre, il ruolo specifico che devono svolgere e quali conoscenze ed abilità devono possedere. L’obiettivo è agevolare la creazione di team in tutta Italia e stimolare, al tempo stesso, un processo culturale di confronto e condivisione che coinvolga anche i pazienti e le loro associazioni.
“È un progetto ambizioso che però è riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati grazie alla prolifica collaborazione tra le Società Scientifiche - ha detto il responsabile dell'Ufficio Educazionale SIU, Giuseppe Carrieri, intervenuto durante la conferenza stampa -. Abbiamo messo al centro di tutte le nostre iniziative l’interesse dei malati. Oggi otto pazienti su dieci riescono a sconfiggere un tumore urologico e possono ritornare ad avere una vita normale. Quindi la scelta delle terapie devono tenere conto anche della preservazione della funzionalità sessuale. E’ un esempio pratico di come sia assolutamente necessaria la gestione multidisciplinare”.